Going white: caratteristiche del tartufo bianco d’Alba
Che cosa rende unico il tartufo bianco d’Alba? Scopriamolo insieme con il nostro approfondimento.
Si avvicina la stagione del tartufo bianco, re della gastronomia e ambasciatore nel mondo dei sapori di Langa. Che cosa lo rende così unico? Quali sono le caratteristiche che hanno fatto innamorare il mondo del Tuber Magnatum Pico?
Continua a leggere per scoprire di più!
Tuber Magnatum Pico: il tartufo bianco d’Alba
Indice
- Caratteristiche e consigli per esaltarne il sapore in tavola
- Perché il tartufo bianco d’Alba è così apprezzato?
- Un insieme di sapore, tradizione e rispetto
Caratteristiche e consigli per esaltarne il sapore in tavola
Universalmente riconosciuto come il più pregiato al mondo, il tartufo bianco d’Alba si riconosce per la forma globosa, a volte irregolare e appiattita, lobata, con sporgenze e cavità.
La scorza (peridio) è liscia, di colore che va dal giallo chiaro o tendente al color ocra. La polpa (gleba) è leggermente più scura rispetto alla parte esterna, con venature bianche. L’interno di un tartufo bianco d’Alba ha un colore che va dal bianco latte al rosato, dal nocciola tenue al marroncino.
Perché il tartufo bianco d’Alba è così apprezzato?
Il Tuber Magnatum Pico concentra numerose caratteristiche che lo rendono davvero unico. In primis, non è frutto di coltivazione, ma di raccolta. E dietro la raccolta si nasconde la magia della cerca, un rito antico che vede il trifolao lavorare in sinergia con il proprio cane per cavare dalla terra questo frutto prezioso.
Il tartufo bianco d’Alba ha un profumo irresistibile e avvolgente, semplicemente inconfondibile.
L’aroma è particolarmente accentuato a crudo: tagliato in lamelle, esprime al meglio le proprie note aromatiche con primi piatti quali tagliatelle o risotti, con uova o pietanze a base di carne.
Il tartufo è una sentinella ecologica. Cresce soltanto le condizioni ambientali sono buone, se la stagione estiva ha sufficienti piogge e le zone boscose sono curate.
Contrariamente a quanto si è portati a pensare, anche a causa del nome latino della specie (Tuber), il tartufo è un fungo. Precisamente, un fungo ipogeo: cresce sottoterra, a differenza dei funghi ipogei come i porcini, che crescono in superficie. Crea legami con le piante accanto alle quali si sviluppa, grazie alle micorrize, propaggine che generano un legame simbiotico con le radici. È grazie all’armonia che si viene a creare con gli alberi che il tartufo si sviluppa.
I trifolao cavano i tartufi con grande attenzione, evitando di danneggiare il terreno per consentire alle spore di dare nuovamente frutto nelle stagioni a venire.
Un atto di grande rispetto, testimonianza del legame profondo che lega questi uomini al territorio. Sono custodi delle tartufaie e di conseguenza dell’ambiente stesso.
Un insieme di sapore, tradizione e rispetto
Il tartufo bianco d’Alba è un’eccellenza del territorio, che racchiude in sé pregiate caratteristiche organolettiche e valori legati alla tradizione e al rispetto per l’ambiente. Un frutto della terra che ha da sempre un’aura leggendaria. C’è chi gli riconosce effetti afrodisiaci, chi si lascia stregare dagli aromi che sprigiona, chi attende di anno in anno che si apra la stagione della cerca. C’è un mondo dietro al tartufo bianco d’Alba, che affascina e incuriosisce.
Manca poco all’inizio della stagione della raccolta. Per gli appassionati gourmet che non vedono l’ora di portare a tavola i primi frutti della cavatura, abbiamo un vasto assortimento di prodotti a base di tartufo bianco: per ingannare l’attesa e avere in tavola profumo e sapore del re della gastronomia di Langa ogni volta che lo desideri!